Minori e devianze, l’allarme continuo

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Tre convegni a Bologna per denunciare la crescita dei reati: dall’11 aprile al 23 maggio 2013 si sono svolti i focus promossi dall’AMI Emilia Romagna a cui sono stati riconosciuti 12 crediti formativi dall’Ordine degli Avvocati di Bologna.

Lo dicono le statistiche, appena pubblicate, ed è una doccia fredda: in Italia, soltanto nel periodo da gennaio a metà marzo 2013, sono stati commessi 562 reati minorili accertati. Oltre sei al giorno, in prevalenza furti e rapine (192 e 122 rispettivamente), opera più frequentemente di maschi italiani. Ben 128 volte i minori sono finiti nei Centri di prima accoglienza per crimini di droga, trenta volte per armi e oltre cinquanta i reati contro la persona, compresi nove omicidi volontari.

Il quadro riportato dal Dipartimento della Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia, del resto, è solo il segnale più estremo di un disagio declinato in molte altre forme; dal gioco d’azzardo all’abuso di alcol, fino alla crisi delle relazioni affettive.

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Alla società si impone l’esigenza immediata di sfoderare le migliori armi dell’indagine e della comprensione: questo è stato il proposito del ciclo di conferenze ‘Minori e devianze’ promosse dall’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani Emilia-Romagna, in collaborazione con il Comando Provinciale dei Carabinieri di Bologna e la Fondazione Forense Bolognese. Il progetto è nato fin dal principio, con l’ambizione, innovativa, di unire il punto di vista dei migliori tecnici, docenti, operatori del diritto, all’esperienza sul campo dell’Arma dei Carabinieri.

E’ iniziato giovedì 11 aprile presso il Comando Legione dei Carabinieri dell’Emilia Romagna, il primo incontro di un trittico che è proseguito giovedì 9 maggio per concludersi il 23 dello stesso mese; tutti presieduti dell’avvocato Katia Lanosa, Tesoriere AMI Nazionale e Presidente di AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani) Emilia-Romagna.

Il panel dei relatori si è composto di diverse discipline, dal diritto alla medicina alla magistratura. Soltanto alla prima conferenza sono intervenuti il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni dell’Emilia-Romagna Ugo Pastore, i medici Elia Del Borrello, responsabile del Laboratorio tossicologico forense e Raimondo Maria Pavarin, alla testa dell’Osservatorio Epidemiologico Metropolitano con Cristina Zambon e Sandro Bastia del Comune di Bologna per il focus sulle dipendenze patologiche; oltre ai giuristi Alessandro Gamberini (docente Unibo), e l’avvocato Gabriele Bordoni. Illuminante, per comprendere l’entità e la gravità del fenomeno, l’esperienza diretta dell’agente della polizia giudiziaria Placido Panarello e del maggiore Vincenzo Barone dei carabinieri.

Minori autori e Minori vittime: due facce di una stessa medaglia coniata dagli adulti, l’aspetto più drammatico di un fallimento socio-educativo e di modelli che non sono stati in grado di coniugare in senso sanamente etico i valori di libertà e democrazia e di trasmetterli alle nuove generazioni. Una società invecchiata per lo più nello spirito sperimenta quotidianamente ipocrisia di diritti, principi e valori affermati solo formalmente e non praticati con coerenza. Non possiamo quindi stupirci di ciò che la realtà ci consegna. Abbiamo paura …per i nostri figli e …dei nostri figli” ha detto il Procuratore Ugo Pastore.

Il viaggio attorno ai demoni dei minori è continuato a maggio, con un tema di strettissima attualità come quello della ‘ludopatia’. Un fenomeno in preoccupante ascesa nelle famiglie che, stando all’Indagine conoscitiva sull’infanzia 2012 elaborata da Telefono Azzurro ed Eurispes, coinvolge un bambino su quattro. Fra i più piccoli spopola il ‘gratta e vinci’, gli adolescenti si buttano nelle scommesse sportive, che sfiora quasi la metà di loro. Giovedì 9, il Procuratore Pastore ha anticipato la consigliera regionale Silvia Noè, Stefania Spada del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Alma Mater, e l’avvocato Fausto Sergio Pacifico. E’ intervenuto anche il neurologo Carmine Petio, vice presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani e le testimonianze anonime di giocatori patologici e familiari di giocatori. «Mi sono avvicinato al gioco per noia, non sapevo come impiegare il mio tempo; un giorno un amico mi portò in una sala corse e da quel momento non sono più riuscito a starne alla larga. Impiegavo tutte le energie nel gioco: trovare la macchinetta fortunata, il gratta e vinci che poteva risistemare le finanze, ogni scusa era valida e sembrava più che plausibile per giocare. Il gioco veniva anteposto a tutto e a tutti. La vita sociale non esisteva più». Questa la testimonianza di un giocatore d’azzardo compulsivo, vittima di quella che può ben essere definita una malattia sociale: la ludopatia. Appare paradossale – ha affermato l’avvocato Lanosa –  che se da un lato il gioco d’azzardo viene riconosciuto dalla legge Balduzzi una malattia causa di patologie individuali e gravi condotte asociali, dall’altro, è una fonte dei proventi per risolvere i problemi economici della nazione. Mille nuove licenze per l’apertura di nuove agenzie di scommesse sono state rilasciate dal governo uscente; avvisi responsabili quali gioca con moderazione, il gioco può creare dipendenza si alternano a slogan quali diventa milionario, vinci facile ecc. e intanto sempre più famiglie si separano a causa dei debiti di gioco quando non arrivano a gesti più estremi. Occorrono maggiore prevenzione e sanzioni più severe”. In chiusura il Maggiore Fernando Cassanelli dell’Arma, co-direttore scientifico dell’iniziativa e la proiezione di alcuni frammenti del film documentario di Dario Albertini “Slot, le intermittenti luci di Franco” sul delicato tema della dipendenza da gioco d’azzardo compulsivo, vincitore di ben tre prestigiosi riconoscimenti: Premio Marcellino De Baggis, Premio Speciale cinema documentario.it e Premio D.E.R.

Il 23 maggio, infine, si è parlato di legalità nelle scuole. Di come cioè si stia lavorando per integrare le politiche anti devianza nell’ambiente di studio dei minori. Un terzo degli adolescenti italiani lamenta di subire violenza fisica o psicologica all’interno della vita di relazione; il 64 percento dei 12-18enni beve alcol, ed è assai facile che cominci fin dalla scuola media; oltre un adolescente su quattro afferma di aver ricevuto corrispondenza digitale a sfondo sessuale.

Ad aprire i lavori una pièce teatrale dello spettacolo in scena a Bologna ottimamente interpretata dalla bravissima attrice Mirella Mastronardi che ci ha fatto riflettere sui pesanti strascichi emotivi che le azioni portano nei giovani che si trovano all’improvviso ad essere adulti.

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Al tavolo dei relatori, il Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Bologna Valter Giovannini, l’avvocato Fausto Sergio Pacifico responsabile del corso per la formazione di avvocati esperti in diritto minorile, il numero due del Provveditorato Giuseppe Antonio Panzardi, il Responsabile per la Promozione della Cultura della Legalità dell’Area Affari Istituzionali e Quartieri del Comune di Bologna Gianluigi Chiera le professoresse Giovanna Degli Esposti, coordinatrice didattica dei Licei Manzoni di Bologna e Sofia Gallo de Maio, direttore scolastico del Liceo Classico Galvani e Lucia Cucciarelli, al timone da anni dell’Istituto Tecnico Agrario ‘Arrigo Serpieri’.

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Il Convegno è proseguito con le note positive delle testimonianze dirette degli studenti dei licei classici Galvani e Manzoni di Bologna impegnati attivamente nella diffusione della legalità: cittadinanza imperfetta, immigrazione e Costituzione sono solo alcuni dei progetti dagli stessi presentati.

Educare alla Legalità: parole da coniugare nelle scuole secondo un paradigma trasversale a tutte le discipline in un processo formativo continuo. Del resto la formazione è l’azione strategica per eccellenza e le giovani generazioni vanno formate nella e alla cultura della legalità che implica la partecipazione e questa “si impara praticandola”.

Se viene a mancare una cultura ampia e condivisa di rispetto delle regole scompare la base stessa della convivenza civile; la giustizia non può funzionare se non esiste l’intimo convincimento che essa debba funzionare. Lo stesso fondamento della Costituzione risiede nel principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e nella tutela dei diritti fondamentali, valori che vengono meno quando non esiste la cultura della legalità. Dunque alle leggi non si obbedisce, esse vanno osservate.

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In chiusura il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Bologna Claudio Corda e il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bologna, Colonnello Alfonso Manzo a cui è stato conferito il titolo di Socio Onorario Ami Emilia-Romagna per l’impegno profuso a favore del distretto emiliano romagnolo.

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