ANGELO OGLIARI: MORTE DI UN PADRE IN LOTTA

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Ancora non si conoscono ufficialmente gli assassini di Angelo Ogliari, il commerciante di Cremona, assassinato nella sua abitazione la sera del 31 ottobre u.s.
Da qualche giorno Angelo Ogliari si sentiva pedinato da sconosciuti e lo aveva reso noto anche alle Autorità di Cremosano.
Da tempo Ogliari lottava con tutte le sue forze per ottenere l’affidamento della figlia Diana, nata dal matrimonio con la sua ex moglie Jolanka Lewandovska, polacca, conosciuta in un locale notturno e sposata nel 2000. Nel 2002 il matrimonio era finito. In un primo momento il Tribunale aveva affidato la bimba alla madre, ma nell’agosto 2005 la Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, aveva affidato Diana al padre.
Dopo tale provvedimento la madre polacca sembra rispettare la sentenza della Corte, fuggiva in Polonia portando con sè la piccola e consegnandola in custodia ai nonni materni.
Ogliari, dinanzi a tale sottrazione della figlia, perpetrata dalla ex coniuge, in dispregio di un provvedimento giurisdizionale, si era rivolto ai Giudici polacchi che avevano confermato l’ordine di affidamento esclusivo della figlia al padre.
“Piuttosto ammazzo mia figlia, ma a lui non la darò mai”.
Queste sarebbero state le parole della madre dopo aver appreso la notizia dell’affidamento di Diana al padre.
Ogliari il nove ottobre scorso era stato in Polonia per riprendere la bimba, ma in casa dei nonni Diana non c’era più. Ancora una volta il provvedimento dei giudici era stato disatteso dalla sua ex consorte.
Insomma, per questo padre, il calvario non era finito.Anzi stava per profilarsi la tragedia finale. Tutta la comunità di Cremosano, al corrente di tale triste vicenda familiare, aveva dimostrato la propria solidarietà per Ogliari.
Poi l’atroce fine, fin troppo annunciata.
Ogliari è stato ucciso a martellate da mani assassine. E con lui è stata uccisa la speranza di Diana di una vita migliore.
E’ stato il Sindaco del Paese,  arrivato in bicicletta nella villa della vittima, a trovare il cadavere.
L’auto era parcheggiata in strada, dentro c’era il telefono, Ogliari non rispondeva al citofono. Il Sindaco ha avvisato i carabinieri e insieme sono entrati.
Nel giardino c’erano gli occhiali. Il garage era sporco di sangue e, in una stanza attigua, c’era il corpo del padone di casa.
Il Procuratore Melchionna sta conducendo le indagini. Non sono stati reperibili l’ex moglie di Ogliari nè il suo convivente, tale Edgar, uruguiano. Già questo è un indizio.
Vi sono fondati sospetti che siano questi ultimi gli autori o i mandanti del delitto.
Si chiude in tragedia la vita di un padre coraggioso che aveva vinto una lunga e dolorosa battaglia legale per avere con sè sua figlia.
Una vicenda tanto simile a molte altre. Purtroppo!
Adesso il pensiero è rivolto alla piccola Diana, orfana di un bravo papà e forse anche della madre, prima indiziata di questo barbaro omicidio. E’ Diana la prima vittima di questa orrenda vicenda.
Soltanto la morte poteva fermare Ogliari. Ma il suo messaggio resterà per sempre.
Ogliari va eletto a simbolo delle battaglie dei padri separati. Dei tanti padri che debbono lottare per poter mantenere rapporti con i figli.
Oggi la violenza ha tante facce. Una di queste è impedire ad un genitore di avere un ruolo.
Anche gli uomini, oggi più che mai, sono vittime di violenze psicologiche ed anche su questo fronte bisogna intervenire.
Qualunque ingiustizia, qualunque discriminazione, qualunque disparità deve avere una tutela giurisdizionale.Qualunque!!!
Il pensiero va anche ai tanti bambini contesi ai quali viene tolto un genitore senza un ragionevole motivo.
Le prime vittime di questi fatti sono proprio i bambini. Come sempre.
Alla piccola Diana, così come a tutti i bambini contesi ignobilmente, va il nostro abbraccio ideale.
La tragedia di Angelo Ogliari e di sua figlia Diana deve essere un monito per tutti.L’Associazione Matrimonialisti Italiani sosterrà sempre le battaglie dei padri separati così come sosterrà sempre le battaglie delle persone, uomini o donne che siano, che subiscono ingiustizie o discriminazioni. Questo è il credo della nostra associazione forense.


                                                                   Avv. Gian Ettore Gassani


                                                                  Presidente Nazionale AMI



 

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