Adozioni, incostituzionali ai single. Gassani: "La priorità è aprirle alle coppie more uxorio"

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Oggetto – Adozioni, incostituzionale concederle ai single.
Aprirle alle coppie di fatto è la vera priorità

In relazione alla sentenza nr. 3572 della Suprema Corte di
Cassazione che, di fatto, implicitamente suggerisce al
Legislatore la possibilità di autorizzare le adozioni ai
single, l’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani
ritiene che, allo stato, non vi siano le condizioni
storiche, culturali e giuridiche per stravolgere lo schema
classico della tradizionale famiglia italiana composta da un
padre ed una madre.

“Vi è innanzitutto uno scoglio di carattere
costituzionale che vieta l’adozione ai single.
Occorrerebbe pertanto modificare la Carta Costituzionale e
cambiare i connotati del concetto di famiglia” dice il
presidente nazionale AMI avv. Gian Ettore Gassani. “Dunque
– continua – non va cambiata la legge 149/2001, quella che
regola le adozioni, quanto gli articoli 29 e 30 della
Costituzione. Sarà la Corte Costituzionale, semmai, che
potrà dare indicazioni sulla riforma delle leggi sulle
adozioni. Evidentemente a molti autorevoli personaggi
politici è sfuggito questo ‘particolare’. In ogni caso
quello dell’adozione ai single è un falso problema in
quanto l’istituto è già previsto, ma solo per ‘casi
particolari’ dalla attuale legge (art. 44 legge 184/1983 – 149/2001).
La priorità assoluta, a parere dell’AMI, è riconoscere
la possibilità di adottare alle coppie di fatto more
uxorio (in Italia sono circa 1 milione). Non si capisce per
quale motivo si continui a vietare l’adozione ai
conviventi che mettono al mondo ogni anno 100 mila bambini
nel quadro di una struttura familiare pressoché identica a
quella dei coniugati. In sostanza si vuole passare
dall’attuale realtà normativa che prevede la
possibilità di adottare soltanto agli sposati per passare
direttamente ai single, dimenticando un passaggio intermedio
di fondamentale importanza: garantire a milioni di
conviventi la possibilità di donare una famiglia ad un
bambino abbandonato. Tuttavia il mondo delle adozioni è
ancora pieno di insopportabili contraddizioni. I costi per
adottare (da 5 mila a 20 mila euro per l’adozione di un
bambino straniero) di fatto hanno creato le prime
discriminazioni sociali. In Italia adottano soltanto i
ricchi o i benestanti atteso che, specie in questi anni di
recessione economica, le classi sociali meno abbienti non
potrebbero assolutamente sostenere gli inconcepibili costi
di un’adozione. Si sta creando la casta dei genitori
adottivi, mediamente ricchi e potenti, mentre non si concede
altrettanta possibilità alla stragrande maggioranza degli
italiani, discriminati per tale scelta d’amore e di
coraggio che è l’adozione internazionale, soltanto per
motivi economici e sociali. Stanti così le cose, anche se
adottassero i single, si tratterebbe sempre di persone che
hanno possibilità economiche superiori alla media.
Pertanto se si vogliono veramente svuotare di bambini
abbandonati le migliaia di istituti sparsi per il mondo,
bisogna rendere assolutamente gratuite le adozioni
internazionali, ma è evidente che vi siano troppi
interessi economici in gioco che spingono a conservare
l’attuale andazzo esistente. A parere dell’AMI anche i
single potrebbero adottare, ma solo a patto che essi
rappresentino l’unica soluzione possibile per
un’adozione. Appare assolutamente più giusto che venga
conservata la priorità alle coppie sposate o conviventi di
garantire una famiglia ad un bambino abbandonato, se per
famiglia si intende la presenza di due sensibilità
complementari (uomo e donna), che possano vicariare, come
succede nel 99% delle famiglie in generale, l’assenza dei
genitori biologici nella esistenza del bambino abbandonato,
dichiarato adottabile. E’ evidente, purtroppo, che
l’attuale dibattito sulle adozioni sia più uno scontro
ideologico e politico che la presa d’atto di un problema
giuridico e costituzionale a cui nessuno ha fatto ancora
riferimento, Cassazione inclusa”.

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