Istat, calano le separazioni -8,4% e i divorzi -3,3%. Aumentano le unioni civili

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Calano divorzi e separazioni nel 2023: sono 82.392 le separazioni (-8,4%) e 79.875, -3,3% i divorzi, ben il 19,4% in meno nel confronto con il 2016, anno in cui sono stati finora i più numerosi (99.071). Lo rende noto l’Istat. Il trend dei divorzi è stato sempre crescente dal 1970 (anno di introduzione del divorzio) fino al 2015.

Negli ultimi anni, il panorama matrimoniale italiano ha vissuto mutamenti significativi, segnati da un calo sia delle unioni matrimoniali che delle separazioni e dei divorzi. Secondo i dati forniti dall’Istat, le separazioni nel 2023 hanno raggiunto un totale di 82.392, evidenziando una diminuzione dell’8,4% rispetto all’anno precedente. Allo stesso modo, il numero dei divorzi si attesta a 79.875, con una diminuzione del 3,3% rispetto al 2022 e un notevole calo del 19,4% rispetto ai picchi registrati nel 2016, anno in cui i divorzi hanno toccato il loro massimo storico con 99.071 casi.

Per valutare l’impatto di questa tendenza, è interessante osservare che le separazioni consensuali sembrano aumentare, suggerendo una maturazione nella gestione delle relazioni. Questo tipo di separazione è spesso più pacifico e può derivare da un accordo comune su come affrontare la nuova fase della vita, piuttosto che da conflitti aperti. Indubbiamente, il passaggio da una separazione conflittuale a una consensuale è un segnale positivo, confermando una maggiore consapevolezza dei diritti e delle responsabilità da parte delle coppie.

Le statistiche sulle separazioni forniscono una visione complessa della realtà coniugale in Italia, rivelando non solo i numeri ma anche i cambiamenti culturali e sociali che accompagnano queste scelte. Questi dati richiedono uno studio attento, in modo da poter comprendere le spinte sociali sottostanti all’evoluzione delle relazioni domestiche nel contesto italiano odierno.

Il contesto matrimoniale italiano sta attraversando un periodo di trasformazione, evidenziato da una diminuzione significativa del numero di matrimoni celebrati nel paese. Secondo le statistiche più recenti, il numero di matrimoni continua a calare: nel 2023, si è registrato un decremento rispetto agli anni precedenti, segnalando una tendenza consolidata. Il dato di quest’anno riporta una media di oltre 170.000 matrimoni, mostrando una flessione rispetto agli anni di picco, in cui si superavano le 200.000 unioni.

Dall’introduzione della legge nel 2016, il numero di unioni civili tra persone dello stesso sesso è aumentato progressivamente. Rispetto al boom iniziale, si è assistito ad una stabilizzazione delle unioni che nel 2023 sono state 3.019, in crescita del 7,3% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda i primi otto mesi 2024, il calo è pari al 2,1%. A prevalere sono soprattutto le unioni tra uomini che rappresentano più della metà del totale. Oltre un terzo ha luogo nel Nord-Ovest, in particolare in Lombardia, seguita da Lazio ed Emilia-Romagna

Le revisioni nei comportamenti sociali e le mutate aspettative nei confronti dell’istituzione del matrimonio sono alla base di queste nuove dinamiche. Le giovani generazioni tendono a utilizzare il matrimonio come un passo più ponderato ed eventualmente come un’affermazione di stabilità, piuttosto che come un obiettivo predefinito. In molti casi, la scelta di unirsi in matrimonio è preceduta da un periodo di convivenza prolungata, una pratica che contribuisce a una maggior conoscenza reciproca e a una migliore gestione delle aspettative. Questo fenomeno è indicativo di un cambio di mentalità, in cui il matrimonio non è più visto come un dovere sociale, ma piuttosto come una scelta consapevole.

Inoltre, altre variabili sociali ed economiche, come la crisi abitativa e le difficoltà finanziarie, influenzano questo trend. Molti individui e coppie possono optare per un rinvio del matrimonio per concentrarsi su stabilità professionale e consistenza economica. Anche i cambiamenti culturali, la maggiore accessibilità alla convivenza e il crescente individualismo contribuiscono a queste scelte, creando un’alterazione nel valore percepito del matrimonio come istituzione.

Questo contesto richiama anche l’attenzione verso un potenziale incremento delle unioni civili e delle famiglie di fatto, che stanno guadagnando sempre più riconoscimento legale e sociale nei nuovi modelli di famiglia. Tutti questi elementi portano a riflessioni più ampie sulle reali motivazioni e sui significati del matrimonio nel contesto contemporaneo italiano.

Inoltre, il prolungamento dei periodi di convivenza prima del matrimonio è diventato una prassi sempre più comune. Molte coppie decidono di condividere la vita quotidiana per un tempo significativo, testando la loro capacità di affrontare insieme le sfide e le responsabilità. Questo non solo permette una conoscenza più approfondita dell’altro, ma anche un affinamento delle aspettative reciproche riguardo al matrimonio stesso.

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