SUICIDIO MINORENNE TRANSESSUALE AD AGRIGENTO: L’AMI CHIEDE ISPEZIONI DELLA MAGISTRATURA

| Inserito da | Categorie: Novità dall'AMI Nazionale

COMUNICATO STAMPA


“L’AMI dichiara la sua solidarietà nei confronti di tutte le diversità”. Il presidente nazionale avv. Gian Ettore Gassani interviene sulla tragica vicenda che ha spinto al suicidio Paolo, minorenne transessuale di Catania, all’indomani della decisione del Tribunale dei Minorenni di Catania di assegnare il suo percorso di recupero ad una comunità ospitante già altri 35 minorenni extracomunitari clandestini. “In Italia – denuncia Gassani – non c’è cultura della diversità. Manca il rispetto per tutti coloro che, in qualche modo, si allontanano o fuoriescono dagli schemi classici della società: omosessuali, stranieri, portatori di handicap, anziani: come dimenticare il recente suicidio del ragazzo additato dai suoi coetanei come ‘anormale’ solo perché amava studiare più degli altri? Prevale il pregiudizio, si generano disagi. Lecito quindi approfondire le cause che hanno spinto questo ragazzo catanese a suicidarsi; necessario discutere sulle strutture di recupero, sui controlli interni, sulle dinamiche interculturali ed interpersonali evolute tra quelle mura”. Ancora: “L’AMI non intende in questa fase emettere giudizi di merito od attribuire responsabilità. Chiede però che sia fatta estrema chiarezza su questa tragica vicenda attraverso una verifica interna della magistratura sulle modalità e sulla cronologia nello svolgimento dei fatti e dell’iter decisionale da parte del Tribunale dei Minorenni di Catania; l’ispezione dovrà accertare se c’erano i necessari presupposti logistici ed ambientali perché la decisione di indirizzare il sedicenne in quella precisa struttura fosse presa. Nella convinzione che tutti i cittadini italiani, quindi anche i magistrati, vanno legittimamente posti a controlli superiori”. Gassani, infine, chiede “che l’ispezione riguardi anche la direzione e la gestione della casa di recupero di Marina di Palma di Montechiaro (Ag) nella quale è avvenuto il suicidio”.          
   Posizione condivisa dalla sezione distrettuale AMI di Catania: “Abbiamo il dovere di vigilare su tutte le diversità, noi che con arroganza e superficialità ci riteniamo normali, ed in particolare sui più giovani ed i più deboli” dice il presidente avv. Paola Barbara Giurato. ”Non è ammissibile che si debba morire per questioni burocratiche, e non è tollerabile che in tutta Italia non siano state approntate comunità di accoglienza per minori con un diverso orientamento sessuale o una diversa identità di genere”. 
 


Rif. Avv. Paola Barbara Giurato cell. 347.6191167
Ufficio Stampa 329/8721297

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *