AMI accusa: «La giustizia sospesa attentato alla democrazia»

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“La giustizia è stata sospesa, vi è in atto una interruzione di pubblico servizio, che non può essere giustificata dalla pandemia. Tutti i settori si sono organizzati, altri sono sempre stati in prima linea nella fase calda del Covid 19”. E’ il messaggio che l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Ami (Avvocati Matrimonialisti Italiani) manda al governo. “Molti sono morti sul campo nell’adempimento del proprio dovere. Abbiamo avuto grandi esempi da medici e infermieri e ben altri esempi da settori diversi… Abbiamo protocolli in ogni sede giudiziaria, i codici di procedura sono carta straccia, i principi costituzionali sono stati annientati. Come è possibile che sia consentito ad ogni realtà giudiziaria di esercitare questo potere?”

“I cittadini sono diventati numeri e gli avvocati ospiti dei tribunali. Non si è fatto nulla per prevedere locali diversi e disciplinare il regolare svolgimento delle cause – prosegue Gassani – . Come Presidente nazionale di una grande Associazione Forense, come l’AMI, riconosciuta dal CNF, non posso tollerare questo sfacelo della giustizia. Non posso tacere. Per fortuna molti magistrati sono dalla nostra parte, ma altri, da servitori dello Stato ne sono diventati i “padroni”. E questo non può essere consentito”.

“E’ contro questo eccesso di potere che bisogna combattere senza indugio, perché qui sono in gioco la democrazia e la Costituzione – conclude Gassani – . Si torni immediatamente tutti a lavorare nel settore della giustizia, si trovino soluzioni alternative ai tribunali, si reperiscano altri spazi, si facciano i processi anche il sabato. Ma si torni a fare il proprio dovere e servire lo Stato e il popolo se si vuole ricevere il lauto stipendio! Siamo già fuori tempo massimo.

Commenti su AMI accusa: «La giustizia sospesa attentato alla democrazia»

  1. Maria Antonietta Simone

    Condivido appieno il contenuto del messaggio inviato al Governo dal Presidente Gassani.
    E’ triste dirlo ma le cose stanno proprio così.
    Nei Tribunali si è smesso di lavorare dagli inizi dello scorso mese di marzo.
    Per non parlare del fatto che chi deve rispondere ai numeri di presidio, di volta in volta pubblicati sui siti dei vari tribunali, non risponde ostacolando di fatto anche quel po’ di lavoro che, in questa situazione tanto delicata, un avvocato potrebbe svolgere.

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