Quota 118: la triste vetta delle donne uccise per mano di un uomo nell’anno 2012

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 “I due fatti di cronaca avvenuti nella giornata di ieri, a distanza di sole due settimane dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne, urlano la disperata esigenza di una svolta del nostro Stato di Diritto”, così l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani, commenta la morte e l’accoltellamento di due giovani donne ad opera, rispettivamente, dell’ex fidanzato e del marito.

 

 “Questi due episodi di ordinaria mattanza  – afferma l’avv. Gassani – rientrano perfettamente nella casistica già agli atti di tutte le associazioni  impegnate nella lotta alla violenza contro le donne, tanto che l’identikit dell’aggressore/aguzzino, che accomuna entrambe le situazioni,  è cosa nota agli addetti ai lavori:  un uomo frustrato dalla mancata accettazione dell’abbandono da parte della moglie o della compagna. Sono casi in cui la scelta della donna di troncare una relazione sentimentale viene interpretata come un affronto da lavare con il sangue”.

 

 “L’AMI  – sottolinea il matrimonialista – da tempo conduce una vera e propria battaglia affinché sia chiaro che i gesti estremi sono soltanto l’ultimo atto di una serie di violenze “minori” mai sanzionate o  comunque sottovalutate. La maggioranza delle donne che è quotidianamente vittima di omicidi o tentati omicidi aveva, infatti,  invano sporto denuncia contro i propri futuri assassini”.

 

E continua: “La verità è che le denunce non sempre aiutano la vittima ad uscire fuori dall’incubo, anche perché quasi mai il violento, una volta denunciato, viene sottoposto a perizia psichiatrica e/o psicologica per valutarne il grado di pericolosità e relative misure da adottare onde scongiurare nuove aggressioni. Occorre ammettere che non c’è mai stata una politica legislativa seria per prevenire e fare fronte a questa vergogna nazionale”.

 

“E allora – secondo l’avv. Gassani – ben venga la specializzazione dei magistrati, il potenziamento dei servizi sociali e dei centri antiviolenza, l’ergastolo contro i violenti. Il buonismo in questo settore non ha risolto alcun problema”.

 

Infine: “Sia chiaro a tutti, alla politica innanzitutto, che lo stallo si paga, tanto che mentre il 2012 non è ancora finito sono già più di cento le donne uccise, praticamente una ogni due giorni, peggio che nel 2011. Un allarme che è un’onda continua, se ogni dieci giorni, secondo l’Eures, un padre o un marito pianificano il proprio suicidio allargato, trascinando con sé la moglie/compagna o i figli”.

 

Commenti su Quota 118: la triste vetta delle donne uccise per mano di un uomo nell’anno 2012

  1. giovanna

    ma se una lascia la casa perche’ ha scoperto che il marito ha una relazione con un’altra donna e che sono tre anni che va avanti sta storia e inoltre e’ un maiale che vive nell’indecenza che addebito deve avere????? ma mi faccia il piacere……….

  2. giovana

    ma se la moglie scapa per rimanere in vita ,per paura , dopo che il marito a tentato amazare piu di volte che addebito deve avere ?e come puo andare avanti?

  3. salvatore

    La violenza, dice bene è l’ultimo atto. Ma non ci sono leggi atte a prevenirla o vi è incuria, superficialità o intempestività di interventi? Sicuri che oggi uomo e donna madre e padri hanno pari dignità innanzi alla legge? Quali sono le cause scatenanti questi omicidi solo il fatto che un uomo si sente abbandonato o lasciato dalla donna? Si dovrebbe indicare sui perchè si arriva a tanto. Qualcuno ha parlato con chi ha commesso questi reati per capirne tutte le cause determinanti quel gesto? Non posso credere che una persona uccida esclusivamente perchè lasciato dalla propria donna, salvo che in essa aveva riposto la sua vita o per essa aveva dato tutto e quindi si viene a trovaredavanti ad un burrone. Uomini che fanno violenza per motivi futili o per piacere o per indole vanno tolti dalla società prima di poter far danno

  4. Larisa khoma

    Veramente ucidere una moglie o compagnia in Italia diventato -pratticamente come una specie di epidemia. Sono donna Ucraina che stata in Italia 11 anni per qvestione di lavoro. Anche la mia figlia e~ nata da un padre itliano, veramente sulla mia pelle ho provato qvesto incubo che si chiama STOLKING. Pero ,-veramente, denunciare nn servivo niente, anzi… persecutore solo si prednde gusto. Secondo me funziona all livello d psiccologico,piu pericolosa diventa situazione ,piu arriva adrenalina nel cervello di persecutore,piu cosa diventa interesante per continiuare. Ci vole una vera e vera cura per uomini italiani,nagari anche a livello genetico?!

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