L’AMI sostiene la protesta in favore del divorzio breve

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 L’Ami (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani) dichiara la propria solidarietà e vicinanza alla Lega Italiana per il Divorzio Breve (L.I.D.), poiché ritiene assolutamente indispensabile la calendarizzazione della discussione sul disegno di legge n. 749 approvato dalla Commissione Giustizia della Camera il 29 marzo 2012.

 

“L’Italia ha bisogno di fare un salto di qualità per quanto concerne il Diritto di Famiglia e le sue riforme urgenti (Tribunale per la Famiglia, patti prematrimoniali, mediazione familiare, specializzazione dei giudici e degli avvocati ecc.) ma di sicuro  la svolta improrogabile  è quella relativa alla riduzione dei tempi per poter chiedere e ottenere il divorzio: da tre anni ad un solo anno (due anni nel caso di presenza di figli minorenni)”, così l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’AMI, a margine dello sciopero della fame indetto dal segretario della L.I.D., Diego Sabatinelli.

 

Il matrimonialista spiega: “Nel nostro Paese per ottenere lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio (divorzio) il cittadino  deve sottoporsi al vaglio di due distinti processi: la separazione prima e il divorzio dopo, con due distinte parcelle da pagare e tempi biblici da aspettare ”.

 

“La legge sul divorzio breve, che – precisa il matrimonialista – dovrebbe essere meglio denominata legge sulla separazione breve, in quanto tocca i tempi della separazione e non del divorzio, sarebbe il primo passo per  abrogare in futuro la separazione o quantomeno renderla facoltativa”.

 

E continua: “In gran parte dell’Europa (fatta eccezione per Polonia, Malta, Italia e Irlanda del Nord) la fase della separazione non esiste più o è una libera scelta dei coniugi. All’estero si ottiene il divorzio in tempi brevissimi (da 3 a 12 mesi in media). In Italia ci vogliono 7 anni in media ma anche 12 in caso di processo in Appello e Cassazione. Il legislatore italiano, pertanto, è evidentemente distratto e poco sintonizzato con l’evoluzione culturale degli italiani, molto più moderni ed europei delle leggi del Paese. ”.

 

“Il recente fenomeno del “turismo divorzile” italiano, di cui sta parlando tutto il pianeta, è la riprova che le leggi internazionali  – che prevalgono su quelle nazionali  – consentono ai nostri connazionali di rivolgersi al giudice straniero per ottenere in pochi mesi e a basso costo il divorzio all’estero, valido ed efficace in Italia. In Romania spuntano come funghi agenzie per favorire il divorzio immediato agli italiani a Bucarest con una spesa complessiva (viaggio, spese legali, interprete e traduzione asseverata e apostillata) di circa 3.500 euro”.

 

Infine: “Se il legislatore italiano continuerà a ignorare le istanze di milioni di cittadini si assisterà sempre più a un esodo di massa di italiani che si rivolgeranno alle giurisdizioni straniere per esercitare il sacrosanto diritto di sciogliere il proprio matrimonio in tempi civili e ragionevoli”.

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