L’AMI dice no alle adozioni da parte delle coppie gay

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 In relazione alle dichiarazioni formulate dal Sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dal Governatore della Puglia Nichi Vendola sulla possibilità di estendere alle coppie omosessuali l’istituto dell’adozione di figli minori, l’AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani) esprime il proprio dissenso.

 

“Adottare non è un diritto degli adulti ma soltanto una possibilità di garantire una famiglia ad uno o più minori abbandonati. E’ questo il senso delle leggi 476/1998 e 149/2001, che regolano le adozioni nazionali ed internazionali, tese a tutelare l’unico vero diritto, quello del minore, di ricevere un modello identico alla sua famiglia di origine composta da un padre e una madre”, così l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’AMI, sul tema delle adozioni per le coppie gay.

 

Il matrimonialista spiega: “La paternità e la maternità sono due valori sacri ma profondamente diversi nelle loro dinamiche psicologiche. Non si può a priori contemplare un prototipo di famiglia privo di una delle due figure genitoriali. Ogni bambino nasce da un uomo e una donna e non è affatto ipotizzabile, né accettabile, imporgli modelli a senso unico, in netta contraddizione con la famiglia naturale”.

 

“La visione di Pisapia e di Vendola – afferma il matrimonialista –  è assolutamente adultocentrica perché non tiene conto del diritto del minore ad una famiglia secondo natura ma vuole soltanto rivendicare il diritto delle coppie omosessuali ad avere le medesime opportunità genitoriali di quelle eterosessuali”.

 

E precisa: “L’AMI si è sempre battuta per il riconoscimento del matrimonio delle coppie di fatto omosessuali. E seppure è innegabile che il nostro Paese sia in forte ritardo nel riconoscimento dei diritti civili rispetto ad altri Paesi dell’Unione Europea, occorre ribadire che le adozioni e la genitorialità sono tutt’altra cosa. Sarebbe preferibile aprire le adozioni alle coppie di fatto eterosessuali o ai single, per svuotare davvero gli orfanotrofi di tutto il mondo”.

 

“La posizione dell’AMI non è discriminatoria verso il mondo omosessuale – tiene a chiarire il matrimonialista- ma difende l’esigenza di porre un limite alla ossessionata strategia di equiparare, dal punto di vista genitoriale, le coppie eterosessuali a quelle omosessuali”.

 

Infine: “La svolta auspicata da Giuliano Pisapia e Nichi Vendola, che trova dissensi anche tra gli omosessuali, presupporrebbe profonde modifiche legislative, atteso che nel nostro Paese possono adottare solo coppie sposate eterosessuali, senza alcuna possibilità per i conviventi di diverso sesso di fare istanza di adozione”.

Commenti su L’AMI dice no alle adozioni da parte delle coppie gay

  1. Premesso di non essere gay,non sono d’accordo perché condivido l’opinione di Pisapia. Comunque ritengo queste argomentazioni:”Ogni bambino nasce da un uomo e una donna e non è affatto ipotizzabile, né accettabile, imporgli modelli a senso unico, in netta contraddizione con la famiglia naturale” e ” le adozioni e la genitorialità sono tutt’altra cosa” molto autorevoli e degne di considerazione. Distinti saluti Dr. Vittorio La Peruta

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