Ti lascio a 60 anni

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Genova. Prudenza nel giurare amore eterno: alla soglia dei 60 anni potreste ricredervi. E potreste soprattutto trovarvi di fronte a brutte sorprese. Sì, perché se è l’Istat a testimoniare che i divorzi fra i sessantenni sono sempre più frequenti, sono gli avvocati a confermare che i corridoi dei tribunali sono sempre più frequentati da persone più in là con gli anni. I dati: in dieci anni le separazioni che interessano uomini over 60 sono praticamente raddoppiate, passando da 4.247 a 8.726. Uomini, principalmente. Sono loro che più spesso con l’avvicinarsi della terza età sentono la necessità di chiudere un capitolo e aprire uno nuovo. Come? I segnali sono tanti. Con l’apertura di un profilo su Facebook, ad esempio.


Signore, fate quindi attenzione se vostro marito passa troppo tempo davanti al pc: è tempo di correre ai ripari. Lo dice Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, che avverte: «C’è un aumento del 10% dell’iscrizione al social network da parte dei sessantenni». Per di più, la presenza sul social network si associa a cure estetiche, maggiore attenzione all’abbigliamento, acquisti folli. Ma se gli uomini si gettano a capofitto nella ricerca di un nuovo legame, diverso è per le donne, che reclamano più tempo per se stesse o da trascorrere con le amiche. Forse la stessa reazione che avrebbero avuto a quarant’anni. Forse una seconda giovinezza.


In pratica, quindi, si affronta la rottura di un rapporto, e tutto ciò che ne consegue, anche se non si è più giovanissimi. E ci si apre anche ai social network, cercando di consolidare legami già esistenti – magari messi un po’ da parte – o di trovarne dei nuovi. Si tradisce e si pensa a costruire relazioni amorose. I dati Istat parlano chiaro. Segnale che i tempi sono cambiati, insomma, e insieme alla durata media della vita, anche la più tradizionale crisi del settimo anno si è spostata un po’ più in là ed è usanza comune cercare una seconda giovinezza affettiva.


La conferma viene anche dalle aule dei tribunali. «Le cause di separazione nella terza età, fino a qualche anno fa, erano mosche bianche» spiega Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani «ora sono diventate il 9%, ma nelle grandi città si toccano punte anche del 20%» . In più della metà dei casi, sono gli uomini a chiedere il distacco. Hanno un profilo ben definito: «Si tratta di anziani dal livello economico medio-alto, soprattutto del centro-nord. Al sud c’è più povertà, tradizione e condizionamento sociale. Certo è che ormai, fra i corridoi dei tribunali, si vedono sempre più anziani che aspettano il loro turno per divorziare».


Dati che fanno riflettere e che portano a chiedersi: come si reagisce di fronte a un abbandono a quell’età? Esiste un modo giusto per affrontare una situazione difficile in una coppia, soprattutto a 60 anni? «Sicuramente ci sono dei campanelli di allarme cui si può prestare attenzione» spiega ancora Gassani. «Nell’epoca del boom dei social network, bisogna partire proprio da qui. Negli ultimi due anni c’è stato un aumento del 10 per cento delle iscrizioni a Facebook da parte degli ultrasessantenni. Sì, perché la rete è vista come un mezzo per evadere, crearsi una seconda identità e, perché no, fare anche qualche conoscenza». Vita parallela telematica a parte, i segnali da analizzare sono anche nella quotidianità. «Osservate il comportamento del vostro compagno: l’inizio di una dieta dimagrante, i capelli tinti, ma anche la maggiore attenzione al vestiario, l’acquisto di un giubbotto di pelle, di un’auto nuova sono tutti sintomi del desiderio di rimettersi in gioco. È la cosiddetta sindrome di Peter Pan, che colpisce soprattutto gli uomini che spesso cercano nuove relazioni, magari con donne più giovani».


Certo, da qui a separarsi le tappe intermedie sono tante. Ma se si arriva al divorzio, soprattutto la parte più debole deve tutelarsi. E l’avvocato, in questo campo, la sa lunga: «Le strategie da mettere in atto sono molte. Se si ha il dubbio di essere alle prese con un caso di infedeltà, bisogna trovare le prove, anche assumendo un investigatore privato o stando attenti agli estratti conto attraverso cui si possono scoprire spese folli ingiustificate. E a quel punto rivolgersi subito all’avvocato».


Provare un avvenuto tradimento, dimostrare il proprio contributo al menage familiare, cioè di aver dedicato la vita intera alla famiglia, o lo stato di depressione in cui si è caduti a causa dell’abbandono, sono tutti elementi che l’esperto mette in evidenza per riuscire ad averla vinta, poi in caso di battaglia legale. L’assegno di mantenimento e la casa sono i due punti critici nelle cause di divorzio, esattamente come accade per i più giovani. «La casa di famiglia, dopo una causa, solitamente rimane all’intestatario. E sono sempre più frequenti i casi limite in cui l’altro si trova all’improvviso in una situazione di difficoltà».


Insomma, affrontare un divorzio a sessant’anni non è una passeggiata. «Anche il lato psicologico è a rischio. La mia proposta, infatti, è di inserire figure esperte all’interno dei tribunali. Il problema è che queste situazioni anche per noi legali sono difficili da gestire: lo Stato non le tratta diversamente infatti. Un divorzio è un divorzio, qualsiasi sia l’età. Il consiglio è di non chiudersi a riccio, di elaborare il lutto da separazione, cercando affetto nella famiglia o nelle amicizie».


Dello stesso avviso, ma con una sfumatura decisamente più positiva, è infatti Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele Resnati di Milano: «La terza età è un’età magnifica per guardare nel cassetto dei sogni. Nel momento in cui il primo cerchio si è chiuso c’è l’opportunità di realizzare un progetto fino a quel momento lasciato da parte».


Il Secolo XIX

Commenti su Ti lascio a 60 anni

  1. Articolo molto interessante che, ammetto, qualche sorrisino me l’ha strappato. Insomma, credo che a 60 anni, con l’allungamento medio di vita, non si sia più anziani come si poteva intendere qualche anno fa. L’aspetto che ritengo più interessante è questo: è la crisi del matrimonio o la crisi della persona? Evadere dalla realtà tramite internet, sentirsi desiderati, cambiare la routine quotidiana perchè l’amore è finito o perchè non si sta più bene con se stessi? Innegabilmente i due fattori sono strettamente connessi, però mi sembrava interessante proporre questa riflessione provocatoria.

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