Padri separati, c’ è un’ altra casa

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Per chi ha redditi fra i 7 e i 9 mila euro, affitto per un anno a 300 euro al mese Il vice sindaco «Abbiamo equiparato la condizione di un papà separato a quella di uno sfrattato»


Non sono riusciti a riconquistare l’ indipendenza economica e sociale dopo un anno trascorso nella «Casa dei papà» in via di Torre di Pratolungo, al Tiburtino. E ora hanno bisogno di altri 12 mesi di serenità. E così ieri in via Strauss, all’ Infernetto, è stata inaugurata la «Casa dei papà 2»: una struttura d’ accoglienza gestita dalla cooperativa «Un sorriso» composta da 10 appartamenti di 65 metri quadrati a disposizione degli ospiti, con un giardino e una villa adiacente utilizzata come studio, area ludica per i figli e uffici per il supporto familiare, legale e psicologico dei padri separati. La seconda casa è stata aperta dal vice sindaco Sveva Belviso con il testimonial dell’ iniziativa, il giornalista Tiberio Timperi, la presidente dell’ associazione «Nonni genitori di papà separati» Maria Bisegna e quello dell’ Associazione matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani. «Uno degli obiettivi – ha spiegato il vice sindaco – è dare ai bambini la possibilità di crescere nell’ identità di entrambi i genitori. Abbiamo modificato la delibera 163 del Consiglio comunale sull’ emergenza abitativa, equiparando la condizione di un papà separato a quella di uno sfrattato». Così i padri potranno avere i 10 punti previsti dalla norma, mettersi in lista per avere un alloggio popolare e ricevere un contributo fino a 513 euro. Per accedere alla casa, i papà devono essere separati o avere una separazione in corso, avere uno o più figli minori, un reddito non superiore a 7 mila euro con un figlio e ai 9 mila con due o più figli. Dopo un colloquio nel Municipio di residenza e il via libera del Dipartimento per le Politiche sociali, i padri potranno accedere alla prima struttura al Tiburtino per 12 mesi con un affitto di 200 euro al mese tutto compreso. La nuova casa, invece, costerà cento euro in più al mese per un altro anno. Ora i 24 posti complessivi sono tutti occupati. E questo servizio costa al Comune 350 mila euro. «Bello che questa iniziativa arrivi da una donna», ha osservato Timperi. Per il quale «non si tratta di una battaglia dei padri contro le madri, ma c’ è un disagio che si chiama “malagiustizia”: l’ articolo 3 della Costituzione garantisce pari dignità sociale, ma in Italia, una volta separati, questa pari dignità sociale non c’ è».


Corriere.it

Commenti su Padri separati, c’ è un’ altra casa

  1. Claudio

    Ci sarebbe da dire molto,le leggi fanno parte di un paese civile,sono quasi un dna,vanno si rispettate,ma vanno adeguate e soprattutto,lo stato deve garantire che un cittadino abbia gli strumenti x poterle rispettare.E’ indegno e incivile che,un padre separato debba vedere la sua vita cambiata e distrutta da giudici che sentenziano senza alcun criterio,nn perche’ sia loro la responsabilita’,ma bensi perche e’ proprio la legge che e’ fatta male e poi gestita peggio.E’ necessario porre rimedio a tutto cio’,l’assegno di mantenimento e’ giusto,specie quando ci sn figli,ma lo stato deve assumersi le sue responsabilita’ dando al padre,un reddito che gli consenta di nn incappare in condanne senza averne colpa.Va condannato lo stato,nn il cittadino che nn puo’ rispettare le regole,guadagnare 600euro,nn e’ una colpa,e’ una condizione di fronte alla quale,nn si puo’ sentenziare condannando un cittadino x bene e peggiorando quindi la sua condizione di vita.Grazie!!

  2. LUCA

    Sono pienamente d’accordo ma aggiungerei anche che di fondo manca la Dignità di chi autorizza consapevolmente, spesso, solo per profitto ed egoismo personale ingiustizie simili atroci contro un padre che dovrà comunque dimostrare al proprio figlio di farcela ………partendo dall’inferno !!!

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