Quando la denuncia contro lo stalker diventa una condanna a morte

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“La legge sullo stalking, se non emendata nella parte in
cui le vittime che hanno sporto denuncia contro i
persecutori hanno diritto a reali misure di protezione
personale, rischia di diventare una legge inutile e
paradossalmente produttrice di gesti estremi a danno delle
stesse vittime.
L’ultimissimo fatto consumatosi tragicamente ancora nel
cremonese, potrebbe rientrare nel fenomeno dello stalking
laddove il movente dell’omicidio sia da ricercare
nell’eventuale interruzione del rapporto sentimentale da
parte della vittima così come il biglietto lasciato
dall’omicida farebbe presupporre”. E’ il commento del
presidente nazionale dell’Associazione Avvocati
Matrimonialisti Italiani avv. Gian Ettore Gassani.

“La legge sullo stalking – continua – se da un lato
indubbiamente ha rappresentato una svolta giudiziaria e
sociale nel nostro Paese, dall’altro ha messo a nudo
ancora una volta la quasi totale inadeguatezza del nostro
sistema nella lotta e nella la prevenzione alla violenza a
tutela delle vittime delle persecuzioni moleste”.

Può bastare la denuncia a bloccare le persecuzioni di uno
stalker specie se quest’ultimo è un grave malato
mentale? Ci si è mai posti l’interrogativo di quali
misure di protezione sono realmente adottate
nell’interesse delle vittime di stalking, una volta che lo
stalker è stato individuato e denunciato?

“E’ sin troppo risaputo che il persecutore, se
psicolabile, diventa ancora più violento e pericoloso dopo
la denuncia. Non era mai successo che uno stalker si
spingesse ad uccidere due vittime contemporaneamente, così
come ha fatto Gaetano De Carlo, assassino di Maria Montanaro
e Sonia Balcone in un’autentica giornata di follia, che
andava messo i preventivo. L’uomo, come è noto, era
stato denunciato ben sette volte per stalking. Occorre, a
questo punto, un momento di riflessione su quelle che sono
in concreto le misure che la nostra legge pone in difesa
delle vittime di persecuzioni moleste. Il fenomeno è
emergenziale”.

Se lo Stalker è uno psicolabile può bastare una
denuncia, un ammonimento della questura o un mero arresto di
qualche giorno?
“La risposta è no. Ogni volta che c’è un caso di
stalking, il presunto responsabile dovrebbe essere
sottoposto automaticamente a perizia psichiatrica e nel caso
in cui quest’ultimo dovesse essere considerato un soggetto
particolarmente pericoloso, occorrerebbe applicargli la
misura di sicurezza dell’ O.P.G. (Ospedale Psichiatrico
Giudiziario) al fine di neutralizzarlo. È risaputo che lo
Stalker, quando è un pazzo, diventa ancora più cattivo e
pericoloso dopo la denuncia. Si può morire così per
colpa di uno psicolabile? Ma vi è un reale interesse a
tutela delle donne nel nostro Paese? O forse dobbiamo
sospettare che la legge sullo stalking sia l’ennesima
legge ‘scatola vuota’ prodotta dal nostro legislatore?
L’Ami ritiene che in Italia vi sia un garantismo a senso
unico, quasi sempre a vantaggio del carnefice. Quando furono
chiusi i manicomi nessuno si preoccupò di introdurre
alternative. Per cui ci siamo trovati centinaia di migliaia
di pazzi per strada con un residuale intervento dei reparti
di psichiatria degli ospedali e relativa applicazione dei
T.S.O. (Trattamenti sanitari obbligatori). La ‘mattanza’ nei
confronti di tante donne non è colpa solo di chi le ha
uccise, quanto di una cultura buonista ed irresponsabile,
del tutto sganciata dalla realtà e dal buon senso”.

“L’aspetto ancora più agghiacciante è il senso di
impotenza e di assuefazione della gente, della politica e di
alcuni addetti ai lavori del sistema giudiziario” chiude
Gassani.

Commenti su Quando la denuncia contro lo stalker diventa una condanna a morte

  1. giorgio

    salve ho letto il vostro articolo scritto da gassani e gli faccio i miei complimenti per la verita scritta dove uno stalker da una parte viene sottovalutato per l’essere che è (non cito persona perchè non è una persona). Mi chiamo giorgio e sono poco piu di 2 anni che convivo con una donna di 47 anni io ne ho 50 e questa è madre di 2 figli di 14 e 15 anni . i primi mesi di convivenza sono stati un po difficili con il figlio maggiore ora lui per me è come un figlio e mi ha accettato ma premetto che non è stato facile ma un po alla volta ho capito il perchè visto che vive con il padre. i 2 figli sono affidati agli assistenti sociali ( persone che non sanno svolgere il loro lavoro se non per demolire le famiglie) alla quale non fanno altro che dare ragione a lui perchè è uno psicologo (fallito)non ha uno studio,non esercita in nessun ospedale,lavora in una comunita di recupero tossico dipendenti e dalle ultime informazioni mi risulta che è addetto alla lavanderia.Bene questo essere da 5 anni a questa parte dopo la loro separazione non fa altro che rovinare l’esistenza alla mia compagna è riuscito con l’inganno a sottrarre la custodia dei figli,in questi 2 anni di convivenza ne ho viste di tutti i colori la piu brutta è che fa stolking usando i figli facendogli dire delle promesse di permesso per stare con la madre poi rittrattate all’ultimo momento con un sms dicendo che verrebbe a riprenderli come da comune accordo e questo è capitato un sacco di volte io è circa un anno che sto cercando una strada per poter far tutelare la mia compagna lei sono 4-5 anni che ha un avvocato ma se non c’è è uguale dove ha speso tutto quello che aveva senza aver avuto una difesa adeguata ho provato a fare anche una denuncia dai carabinieri ma se non ho delle prove non è possibile ho parlato con gli assistenti sociali dove loro questo non interessa a questo punto io cosa dovrei fare? questo essere come bisogna affrontarlo per fermarlo? la mia compagna è quasi arrivata al capolinea è molto nervosa,soffre d’ansia,è stata dalla psicologa per un certo periodo,a dei momenti che non riesce a guidare la macchina per i stati d’ansia e si deve fermare (come un giorno aveva bloccato il traffico e l’hanno aiutata a spostare l’auto)a volte l’aiuto tramite cellulare a stare tranquilla di accostare che poi la vado a recuperare oppure di farla arrivare al lavoro,purtroppo tutto questo è causato dall’idiota (questo è il soprannome che gli abbiamo attribuito)premetto questa è solo una parte. cordiali saluti giorgio

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