Minori, dal 1970 ben 378 infanticidi, spesso colpa del divorzio

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Ad uccidere nel 90% dei casi sono le madri, soprattutto al nord
Roma, 24 set. (Apcom) – Dal 1970 al 2008 in Italia si sono consumati 378 infanticidi, con la media di circa 9,9 all’anno: gli autori degli infanticidi (da 0 a 6 anni) sono nel 90% dei casi le madri, mentre i padri nel 90% uccidono i figli quando essi sono nella fase preadolescenziale (da 7 a 12 anni). Dal 2001 al 2008 vi sono stati 58 infanticidi commessi dalle madri: la maggior parte degli infanticidi avviene nel Nord Italia (48,9%), seguono il Centro (24,3%), il Sud (17,8%) e le Isole (12%). Sono i dati forniti dall’Ami (Associazione Matrimonialisti Italiani), dopo la tragedia consumata nella notte vicino Bologna. Secondo il presidente dell’associazione, Gian Ettore Gassani, “la tragedia familiare che ha coinvolto la giovane madre bolognese che, dopo aver ucciso i due figlioletti si è suicidata, ripropone il pericoloso fenomeno degli infanticidi nel nostro Paese”. Le vittime degli infanticidi sono per lo più di sesso femminile (56,3%). Nell’80% dei casi i minori sono uccisi in via preterintenzionale a causa delle forti percosse ricevute dai genitori. “Tra le cause scatenanti più diffuse figurano separazioni e divorzi, spesso vissuti da molti coniugi come veri e propri lutti che determinano crisi depressive difficilmente emendabili”, spiega l’Ami. “Il sostegno psicologico per quanti subiscono la fine del loro matrimonio dovrebbe essere garantito a quanti ne fanno richiesta o disposto dal Giudice – conclude Gassani – in tutti i casi in cui il disagio psicologico di mogli e mariti appaia evidente”.

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