FINCHE’ C’E’ DONNA C’E’ SPERANZA

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Gli uomini, quando il loro matrimonio è finito, cercano subito una nuova compagna. Questa è la ragione per la quale la maggior parte dei divorzi è azionato dai mariti. Un uomo normale non può vivere senza una donna.


La donna è tutto: è il motore dei sogni, la saggezza che frena i nostri istinti,  il nostro migliore avvocato nella vita. Ho conosciuto uomini ridotti a rottami dalle ex mogli, che avevano smarrito  ogni dignità e speranza, che avevano perso anche i figli e la fiducia nel genere femminile, che sono stati raccolti nella immondizia da una fata turchina: la loro nuova compagna. Non esiste  miglior psicologo, per un uomo a pezzi, di una donna che lo accoglie nella sua vita e lo protegge da se stesso e dal suo passato. Una compagna, che  carica sulle  proprie spalle tutto il  complesso vissuto di un uomo ferito, meriterebbe l’amore e la gratitudine del mondo. Non è facile gestire i silenzi, le tensioni, le frustrazioni, il caratteraccio instabile  di un separato o un divorziato:è  come stare appresso ad un malato da curare per tanto tempo.


Esiste un mondo femminile, che non fa notizia, che interviene come la  Croce Rossa  per salvare tanti maschi e a rimetterli in gioco. Fin quando c’è una donna  c’è speranza!


Ricordo la storia di un mio amico di vecchia data. Un uomo brillante, pieno di iniziative, simpatico e sorridente, un professionista con i fiocchi, un padre premuroso.


Era l’animatore della nostra comitiva.


Un giorno sua moglie gli dichiarò di essersi innamorata di un altro e, poco  tempo dopo, ottenne la separazione. All’epoca non era in vigore nemmeno l’affidamento condiviso e la moglie potè tranquillamente cambiare città portando con sé i figli a centinaia di chilometri di distanza. Addio figli…


Il mio amico iniziò a spegnersi. Il suo studio prestigioso,ormai, stava per collassare, lui iniziò a sniffare cocaina e a dimagrire come un malato terminale. Per puro caso un giorno lo beccai  di sera in un noto locale di Trastevere.


Era tanto tempo che non ci vedevamo. Lo trovai che sembrava una larva umana, malvestito, barba incolta, puzzava di alcol, sguardo assente. Capii che qualcosa di grave gli era successa. Lo bloccai nel mentre voleva congedarmi frettolosamente. Dopo un po’ mi raccontò tutto. Mi disse che da tempo non vedeva i figli, ormai lontanissimi da Roma. Questa situazione lo logorava. Poi scoppiò in un pianto disperato.Restammo insieme fino all’alba. Fino ad allora lo avevo sempre visto sorridere alla vita. Mi sembrava troppo surreale quella situazione. 


Nonostante il mio lavoro che mi ha abituato a tutto,  provai  una sensazione di grande imbarazzo a vederlo conciato così. Non c’è nulla più difficile che fare l’avvocato per un amico…non si ha mai il giusto distacco dalla tragedia.  


Gli promisi quella sera che non l’avrei più lasciato solo. E così  da quel momento mantenemmo i contatti. Cercai di capire cosa fare  per salvarlo  dalla solitudine e dalla droga. Lo indirizzai da un noto psicoterapeuta, ma  fu tutto inutile. La situazione sembrava ormai compromessa. Io e gli altri amici le provavamo tutte per tirarlo su di morale, ma quest’uomo si era ficcato in vicolo cieco. Quando usciva con noi la sera, restava muto, nemmeno una parola, un segnale di ripresa, un sorriso. 


Poi, all’improvviso, il mio amico sparì nel nulla, cambiando il numero del cellulare. Provai a contattare il suo studio, ma la segretaria ormai disperata, non sapeva cosa rispondere alle mie domande. Una sera il mio amico conobbe Daniela, una ragazza straordinaria, sorridente, simpatica, sensibile. Tra i due nacque subito un amore bellissimo e lui iniziò a vivere di nuovo, riorganizzò il suo studio, si trasferì con lei  in un piccolo appartamento. E buttò  la cocaina nel water. Oggi lui è di nuovo il “capo” della nostra combriccola di matti Sono passati dieci anni da allora. Da questo amore sono nati  due splendidi bambini.  Lui, ogni tanto,  incontra i suoi figli avuti dalla prima moglie. Ormai sono adulti: per lui resteranno sempre una spina nel cuore. In compenso ha trovato una grande donna che lo reso di nuovo padre e di nuovo uomo. Solo l’amore di Daniela  avrebbe potuto salvare quel gran genio del mio amico.


               


                                                 Gian Ettore Gassani                                                  


 

Commenti su FINCHE’ C’E’ DONNA C’E’ SPERANZA

  1. Emanuela Galati

    Questa storia finalmente racconta la sorte di tanti uomini, spesso ‘rottamati’ dalla separazione e dalle loro consorti, ancora tanto deve fare il legislatore e la giurisprudenza per riequilibrare i diritti di uomini e donne, nel momento della frattura coniugale. Contro ogni discriminazione, in questo caso ‘a contrario’ .parola di donna e di avvocato.

  2. anonimo

    Salve, innanzitutto volevo esprimere la mia gioia nel leggere un post dell’Avvocato Gassani nel suo primo genere da me letto.
    Ho vissuto anch’io una situazione quasi analoga, anzi la sto vivendo tutt’ora e posso dire che capisco perfettamente in quale situazione ci si ritrovano i mariti abbandonati dalle proprie mogli con tanto di figli annessi!
    Mi fa veramente piacere che la storia del suo amico sia ritornata alla serenità e spero che un giorno possa succedere anche a me! Ma le paure sono tante ed i dubbi altrettanti!! Paura di sbagliare nuovamente con la seconda donna, paura di non rialzarsi più. Lo scoprirò solo vivendo se la vita mi riserverà un’altra vita con un’altra donna. Seguo costantemente le mail sul grande ordinamento giuridico di diritto privato e della famiglia e trovo sempre spunto per non fare sbagli futuri con la mia ex e la mia bambina! Davvero un gran bel sito ed un gran bel servizio. Siete grandi!
    Saluti

  3. patry

    non credo debba far pena il genere maschile, io sono una donna che invece è stata abbandonata e rottamata da un uomo che invece fa la bella vita , mentre io sono alla disperazione dopo avergli dato la mia vita , con devozione e amore , la mia è stata una vera adorazione per mio marito , l’ho amato oltre ogni limite e lo amo tuttora dopo tutto il male che mi ha fatto

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