Il mantenimento dei figli in forma diretta

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L’interpretazione strettamente letterale dell’art. 155 4° comma c.c. sembrerebbe non lasciare margini applicativi al mantenimento indiretto come regola.

< Salvo accordi liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale; il giudice stabilisce ove necessario la corresponsione di un assegno periodico > equivale ad affermare che il mantenimento diretto da parte di entrambi i genitori, collocatario e non, sia la regola ed il mantenimento indiretto l’eccezione da disporsi ove ritenuto necessario.

Nonostante tale previsione, assistiamo a ben poche pronunce dei giudici di merito che abbiano disposto il mantenimento in forma diretta. (Trib. di La Spezia, ord. del 14 marzo 2007; Trib. di Catania, del 25 settembre 2009; Trib. di Bologna, ord. del 18 gennaio 2010).

L’obiezione è tale forma di mantenimento è ovvia e comprensibile : la previsione del regime di mantenimento dei figli in forma diretta è una modalità nei fatti difficilmente praticabile che finisce per rendere del tutto incerto – e quindi non esigibile – il diritto del minore ad essere mantenuto. Tale regime lascia nell’astrattezza il dovere di ciascun genitore di impegnare una quota del reddito per il figlio e rischia, in molti casi, di contabilizzare detto impegno in una negoziazione quotidiana che può favorire il conflitto o inasprirlo quando già esiste.

Anche il mantenimento sotto forma di assegno periodico solleva altrettante perplessità: da un lato, può – nel concreto – risolversi come vantaggio economico del genitore presso cui è collocato il minore o, in casi più estremi, come forma di potere assoluto, senza alcuna garanzia dell’impiego delle somme nell’interesse del minore e, dall’altro, priva il genitore obbligato dalla possibilità di partecipare alla vita della prole in maniera più attiva e concreta, inibendogli la possibilità di soddisfare le necessità quotidiane dei figli mediante l’acquisto diretto dei beni e servizi di cui hanno bisogno, in quanto ridotto a mero soggetto erogatore di indistinto denaro, a cui solo l’altro darà senso, decidendo e interpretando i bisogni dei figli.

La Corte di Cassazione ha espresso criteri orientativi che in questa sede è doveroso analizzare.

Inizialmente, ha sostenuto che  < l’affidamento condiviso è istituto che, per le sue finalità riguardanti l’interesse del minore (..) non può certo fare venire meno l’obbligo patrimoniale di uno dei genitori a contribuire al mantenimento dei figli mediante la corresponsione di un assegno a favore del genitore con il quale gli stessi convivono >. (Cass. civ. Sez. I Sent., 18/08/2006, n. 18187) 

Sulla stessa scia, con Sentenza n°23411 del 04.11.2009, ha sottolineato che < Ciascun genitore deve provvedere al mantenimento dei figli….La corresponsione dell’assegno, peraltro, si rivela quantomeno opportuna se non necessaria quando l’affidamento condiviso prevede il collocamento prevalente presso uno dei genitori. Il collocatario, essendo più ampio il tempo di permanenza presso di lui, potrà quindi gestire da solo il contributo ricevuto dall’altro genitore, dovendo provvedere in misura più ampia alle spese correnti e all’acquisto di beni durevoli che non attengono necessariamente alle spese straordinarie >.

Ed ancora la I^ Sezione, con Sentenza n°22502 del 04.11.2010, ha statuito che il genitore non collocatario del minore deve versare una somma proporzionale ai tempi di affidamento, gestita dall’altro genitore, che paga le spese correnti. L’obbligo di versamento grava su chi non è collocatario del minore e l’importo risulterà determinato in base ai tempi di permanenza presso ciascun genitore.

Con la Sentenza n°785 del 20.01.2012, la Corte ha preso una posizione ancora più netta rispetto al mantenimento in forma diretta, affermando che non può essere condiviso l’assunto secondo il quale, con la riforma di cui alla L. 54/2006, il contributo diretto da parte di ciascuno dei genitori costituirebbe la regola, quale conseguenza diretta dell’affido condiviso. Invero, l’art. 155 c.c., integralmente riformato dalla legge citata,  dispone che il giudice fissi altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al loro mantenimento. In tal modo il legislatore ha inteso conferire al giudice un’ampia discrezionalità nella determinazione del contributo a carico dei genitori, discrezionalità da esercitarsi ovviamente con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale della prole. Lo stesso art. 155, al comma 4, stabilisce, quale criterio direttivo per la determinazione del giudice, che ciascuno dei genitori deve provvedere al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; ove necessario, poi, è disposta la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di «proporzionalità».

Il limite alla discrezionalità sta nel riferimento al perseguimento dell’esclusivo interesse morale e materiale della prole, per cui la scelta di applicare un regime diverso da quello stabilito dalla legge come prevalente, deve essere fornito di adeguata motivazione.

Nel caso di specie, < l’eccessiva litigiosità dei genitori quale circostanza idonea a sollevare ulteriori conflitti in un contesto che al contrario esige una condotta pienamente collaborativa > ha correttamente orientato la Corte d’Appello di Catania a revocare il mantenimento diretto avendolo considerato fonte di grave conflittualità a danno dei minori.

L’orientamento espresso con tale pronunzia richiede quindi che i Giudici di merito, nei casi di affido condiviso piuttosto che disporre, in via apodittica e pressochè automatica, l’assegno di mantenimento, vaglino la possibilità del mantenimento diretto, fornendo adeguata motivazione di una scelta operata in senso opposto, così sostanziando l’inciso “ove necessario” di cui all’art. 155 comma 4 c.c. e tutelando in maniera più concreta il diritto della prole alla bigenitorialità e il diritto del genitore non collocatario a partecipare alla vita dei propri figli.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                               Avv. Assunta Giordano

 SOCIO AMI SALERNO

 

 

Commenti su Il mantenimento dei figli in forma diretta

  1. assunta

    Io sono una madre separata da un anno,nella separazione firmata abbiamo deciso insieme al mio ex marito che lui ogni 3 del mese deve dare la somma di 350,00€. Bene e’ da un anno che aspetto i suoi soldi tra l’altro le spese x il figlio le affronto solo io sia x abiti che per medicine, quello che paga lui e’ solo la retta dell’asilo di 150,00€ (somma che ha voluto pagare lui) oltre a quello che deve dare. C’e’ da dire che lui il figlio lo vede tutti i giorni e la sera lo sente al telefono. Che devo fare? ho gia’ provveduto a fare una denuncia penale. Che mi consigliate.

  2. Avv. Lucia Simona Fratini

    La soluzione dipende dalle disponibilità economiche del suo “ex marito”, dal lavoro che svolge; mi spiego, se ad es si tratta di un lavoratore dipendente, in caso di mancato pagamento di somme dovute per il mantenimento dei figli, si può ottenere dal Giudice Civile, ex art. 156 c.c., un ordine di pagamento diretto al datore di lavoro del marito.
    in buona sostanza, parte dello stipendio dell’ex marito sarà accreditato direttamente al Lei.

  3. Raffaele

    Mia moglie è agitata da un bel po poco tempo fa ho scoperto che frequenta cartomanti e maghi, ho paura per tutto il futuro dei miei figli e del mio matrimonio.
    Ora vuole anche la separazione, perchè lei vuole fare ciò che vuole e io non devo interferire, in poco tempo tutto sta cambiando ed evolvendo. Cosa mi consiglia, ho cercato in tutti i modi e con ogni azione di buon senso a condurla sulla retta via, pensa di aver ragione.
    Consigliatemi qualcosa, ho paura per i miei figli.

    1. Redazione

      Se non riesce a rinsavirla è il caso di affrontare il tutto in un giudizio. Ciò a garanzia dei suoi figli

  4. Stefano

    Amministratore e Socio Unico di una piccola società che commercia auto mi ritrovo a lavorare in un settore in perenne difficoltà, riuscendo solo da qualche anno a farmi una busta paga decente da € 1500. Non ho mai avuto proprietà, nè vizi, nè un tenore di vita alto. La mia convivente, con la quale ho avuto due bellissimi gemelli, si rivolge 2 anni fa al Tribunale dei Minori con pretese assurde e non motivate, risultato: il Giudice le affida la casa, mi commina il pagamento di € 600 a bambino più quota parte del mutuo (700:2=350euro). In sostanza guadagno 1500 euro, esco con 1550! Fino a qualche mese fa dovevo anche pagare metà Asilo Nido! Vivo a casa dei miei, i quali a 40 anni mi danno ancora una mano! Ricorro in appello chiedendo anche una verifica fiscale nei miei confronti, ma il Giudice non la ritiene necessaria: anche se il bilancio della società è in pareggio da ormai 3 anni e quindi la stessa non produce utili, le poste attive della società (in sostanza il fatturato) ed il suo capitale sociale (€ 50.000) fanno di me un soggetto con una alta potenzialità reddituale. Ma l’unica mia entrata è la busta paga…che devo fare?
    Dimenticavo di accennare che, proprio poco prima dell’inizio della causa in oggetto, la ex si è fatta ridurre l’orario di lavoro da full-time a part-time:
    guadagna ora 1.000 euro al mese più i 1.200 che le devo dare io per i bimbi.
    Quindi lei vive con 2.200 euro al mese, io con -50 euro!! Il suo conto corrente è lievitato di diverse migliaia di euro, il mio si è ridotto a zero. Senza considerare quel poco che spendo per vivere! E’ normale? Capisco che un imprenditore sia sempre nell’occhi del ciclone, ma ci sono anche imprenditori onesti, piccoli imprenditori, imprenditori in difficoltà, imprenditori che chiudono bottega! Come calcoliamo il reddito di questi se i documenti che produciamo non vengono creduti? Se le verifiche fiscali non vengono concesse? Dobbiamo chiudere? Scusi lo sfogo, rimango in attesa di un consiglio…Grazie,Stefano.

  5. luana

    e una pura vergogna…..le donne non devono sempre avere diritto a tutto!..9 mesi di gravidanza fanno loro più importanti dei padri?? i padri diventano dei bancomat umani…soldi che tra l’altro le ex pensano di spendere per i loro vestiti e non per i figli ..e poi certo che non gli bastano !!ridicole!!ma non vi vergognate di lucrare cosi?? i figli crescono poi capiranno e vi troverete con un pugno di mosche!! conto lievitato ma con i figli che vi volteranno le spalle…BASTA far lievitare i conti delle EX impedendo ai padri di rifarsi una vita e fare sacrifici anche per comprare un gelato per i figli!!! MADRI SIETE SOLO dELLE LADRE AUTORIZZATE DALLA LEGGE!!!! (quasi sempre giudicate da giudici donne)
    Pensate al bene dei figli e no ai soldi ..andate a lavorare come fanno i padri che per darvi da mangiare devono fare straordinari e digiunare…( e i giudici poi hanno il coraggio pure di andare ad intaccare gli straordinari che uno fà con sudore e fatica per aumentare gli assegni mensili..VERGOGNATEVI PURE VOI, APPLICCHIAMO il mantenimento DIRETTO cosi le spese devono essere tutte dimostrate !!!! SVEGLIAMOCI IIII

  6. Carlo

    Ho 18 anni, sono un ragazzo con la testa sulle spalle, spesso e volentieri vivo da solo a causa del lavoro di mia Madre.
    I miei genitori sono separati dal 2006 e mio padre deve pagare un assegno di 500 euro per il mio mantenimento.
    Tuttavia mia Madre si rifiuta di mantenermi, non vuole pagare nemmeno lo sport.
    Come posso iniziare a gestire da solo quei soldi? Devo rivolgermi a un Avvocato? Un Giudice? Grazie mille…

    1. tiziana

      E’ un suo legittimo diritto. Può presentare un’istanza al Tribunale competente per territorio in base all’art.155 quinquies c.c. e la stessa richiesta può essere avanzata dall’obbligato al mantenimento, cioè da suo padre.

  7. simona

    Salve sono Simona ho 23 anni faccio un lavoro che purtroppo non mi permette di mantenermi (300€ mensili di stipendio)
    Mio padre non mi passa il mantenimento da ben 3 anni …ho fatto ricorso un anno fa e ancora niente ..c’è la possibilitá visto che si rifiuta di detrarre il mio mantenimento direttamente dalla sua busta paga? Chi se ne occupa poi a recapitare l’importo a me ?

  8. tiziano

    sono un padre separato divorziato ho due figli passo a loro €. 650 al mese
    in piu’ €. 100 al mese per cure a mio figlio corrispondo sempre anche
    a spese straordinarie pero’ questo conteggio era stato fatto in funzione
    dello stipendio che prendevo 6 aani fa’ che era di €. 1800 ora sono due anni che prendo €. 1300 premetto che vivo in affitto in un mono locale che pago €. 400 al mese si puo’ rivalutare il tutto ?c’e una possibilita’ che il giudice capisca questa situazione? se facciamo quttro conti 1300-650-100-400-le spese gas luce auto cosa mi rimane? grazie

    1. Simona

      Può fare ricorso al Tribunale competente chiedendo la modifica delle condizioni del divorzio in ragione del peggioramento delle sue condizioni economiche.

  9. Roberto

    Sono un padre separato con due figli naturali di12 e 7 anni in affido condiviso, passo un assegno di 500 euro mensili stabiliti con ns accordo.
    Lei convive da più di 5 anni con un altro che guadagna più di 2000 euro, lei, invece, lavora in nero. Ora aspettano un figlio…. Vorrei sapere se la mia ex può avanzare delle pretese economiche in vista del nuovo arrivo?
    Grazie a chi mi delucida

    1. Redazione

      assolutamente non può avanzare alcuna pretesa economica. C’è il padre che è tenuto a provvedere, non di certo lei.
      Cordialità
      Avv. Claudio Sansò

  10. gabriele

    io ho affidamento congiunto e condiviso al 50% in più per non dare fastidio ai figli ho lasciato la casa provvisiriamente alla madre casa al 50% ma io con separazione dei beni ho pagato 3/4 della casa , pagavo 600 euro al mese di mantenimento , ma mi chiedo io nella caso dove sono ora pago utenze , compero cose ai figli , mance, merendine e ricariche telefoniche in più lei ora ha fatto entrare in casa uno cosa mi consigliate ? io chiedendo il divorzio sto chiedendo di rivedere tutto e di fare pag diretto in quanto non sapevo come erano spesi i soldi eccc

  11. Giovanna

    Sono separata da due anni le figlie hanno scelto di vivere con il padre io devo dare il mantenimento di 250euro ma dato che il mio ex marito non lavora io gli compro i vestiti ma lo faccio con i soldi del mantenimento ma lui mi condanna xche non do il mantenimento vi sembra giusto?

  12. rosalia

    il mio ex marito è convinto che il mantenimento dei figli non si da il mese corrente…esempio:quello di aprile vuole darmeli a maggio come deevo comportarmi?

  13. vito

    io vivo in inghilterra. vedo le mie 2 figlie 5 volte l’anno. la mia ex-moglie risiede in itilia dal momento in cui abbiamo firmato la separazione legale. vorrei sapere come si fa a calcolare il mio assegno di mantenimento visto che io nn vengo pagfato in euro e non sono tassato dall italia. inoltre il costo della vita qui a londra e 3 volte superiore a quello di Catania. se non dovessi trovare un accord pacifico con la mia ex cosa debbo fare. chi decide e come calcola il suo mantenimento.
    premetto che la casa che abbiamo a londra lei la rifiutata in cambio di soldi liquidi della sula quota, circa 115mila euro.

  14. Giuseppe

    Salve sono il padre di due bambini di 7 e 4 anni e nonostante il pessimo rapporto con la mia ex convivente abbiamo optato per un affidamento condiviso perfetto con mantenimento diretto nel senso che dal lunedì al giovedì vivono con me mentre dal giovedì pomeriggio al lunedì mattina con la madre.questo accordo raggiunto tramite mediazione familiare però sta scricchiolando in quanto la mia ex compagna lo aveva accettato perché così poteva lavorare tranquillamente.
    Qui iniziano i problemi
    Nell’ ultimo mese e’ stata Licenziata
    E ‘ stata sfrattata dall abitazione in cui vive i tre giorni a settimana coi bimbi
    e sopratutto preme per star di più coi bimbi andando a minare quegli equilibri che avevo creato coi bimbi .
    Come dovrei comportarmi?
    I rapporti sono nulli ormai è pessimi

  15. Pingback: Avvocati AIAF si oppongono al vero affido condiviso

  16. Tetyana Voytenko

    Salve.Io ho un figlio fuori matrimonio,ho fatto un riconoscimento tramite tribunale.Sull’assistenza scritto che il padre deve pagare 250 euro+ 50% spese straordinarie ultime lui non paga .Ma anche per alimenti ;vita diventata molto più cara.Giudice d’atto così poco perché prima lui pagato a 2 figli ma loro già grandi

  17. marta petrucci

    Salve sono Una donna disperata ho tre figli e Lui non Li mantiene…non avendo soldi per un avvocato mi sono rivolta con Il gratuito patrocinio…ma non jo avuto risultati…possibile Mai che Lui SI e trasferito in svizzera…lavora segnato…e non gli SI possa far nulla???pox Mai che I miei figli non possano averr Quello che e un loro diritto??Io sola..non c’e la faccio…ho Il piu Grande che necessita anche di cure e vusite specialistiche…ce qualcuno Che mi sappia consigliare?..ce qualcuno a cui funzioni ancora la coscienza??grazie….

  18. ROSA

    MI CHIEDO PERCHE’ LA LEGGE E’SEMPRE AL FEMMINILE?…SE SI COMINCIASSE DAVVERO A FARE MANTENIMENTO DIRETTO AI FIGLI LE DONNE SI VEDREBBERO VENIR MENO QUEL GRUZZOLETTO CHE NON E’ MAI GARANTITO AI FIGLI,E SI MANTERREBBERO I CONTATTI E IL QUOTIDIANO CON I PADRI ..FIGURA IMPORTANTE XI FIGLI ,MA CHE LE MADRI RIDUCONO A BANCOMAT E SENZA PIU’DIGNITA’ X VIVERE….LE MADRI NON SONO TUTTE CON LA “M”MAIUSCOLA …CAMBIAMOLE QUESTE LEGGI X FAVORE ,ESISTE UN FORTE PREGIUDIZIO RISPETTO AI PADRI……

  19. alessandro

    sono un padre in fase di separazione dal 09/2016, in prima istanza mi veniva chiesto un assegno di mantenimento di totali 1250 euro, 600 per i figli, 400 per contributo locativo e 250 per mia moglie, il giudice ha sentenziato che a parte i 600 euro per i figli null’ altro fosse dovuto, io avrei firmato la separazione ma mia moglie non ha voluto, ad oggi mia mogli lavora e tramite buste paga consegnate al giudice sono venuto a conoscenza che la sua retribuzione mensile e di ca. 1500 euro al mese. di fatto, i 2 figli, entrambi minorenni pernottano a giorni alterni e week end alterni presso i genitori, a fine mese i pernotti sono i medesimi, prima della separazione, di fatto ero l’unico a lavorare, il mio stipendio e’ di c.c. 1850 euro al mese, visto che a giugno dovrei avere l’ ultima udienza, vorrei sapere, visto il diverso aspetto economico di mia moglie, se sia lecito che io chiedo l’ affidamento diretto.

  20. Carmine

    Buongiorno sono padre di un ragazzo di 13,e sono separato il giudice mi ha assegnato di versare 420euro di mantenimento per mio figlio,io non ho mai mancato un mese anche se oggi lavoro saltuariamente do sempre il mantenimento,l’unica cosa è che dovrei darlo il 5 di ogni mese e lo do a 100a settimana,ed in piu a mio figlio gli do una paghetta di 15 euro settimanalmente,la mia ex minaccia di denunciarmi xche pretende che il giorno 5 devo dargli tutte le 420 in unica soluzione,cosa rischio se mi denuncia visto che comunque non vanta una mensilita da me.grazie anticipatamente.

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