Mogli che uccidono i mariti

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La violenza in famiglia sta diventando sempre più brutale
e, in Italia come in altri Paesi europei, negli ultimi anni
le vittime non sono più solo donne o mogli. L’ultimo
grave episodio di sangue, che ha visto come protagonista la
sessantunenne Laura De Nardo, che per motivi di eredità ha
premeditato con tre complici l’assassinio del marito, il
settantunenne Eliseo David, desta una preoccupazione
fortissima atteso che non si è trattato di un omicidio
passionale o di impeto quanto di una questione di danaro
legata alla cospicua eredità. Ancora più agghiacciante
è la circostanza, emersa dalle indagini, secondo cui, nel
mentre veniva assassinato il marito, la donna nella stessa
abitazione, ed a pochi metri di distanza, navigava
tranquillamente in internet.

Secondo i dati dell’Osservatorio dei Comportamenti e della
Devianza diretto dal prof. Vincenzo Mastronardi
dell’Università Sapienza di Roma, in Italia il 75% delle
vittime assassinate in famiglia sono donne, il 12.3% bambini
e, sorprendentemente, il 25% uomini.
In media nell’ultimo quinquennio sono stati uccisi dalle
mogli (o compagne) circa 36 mariti (o conviventi) all’anno
(3 al mese). Tali dati dimostrano, così come negli altri
Paesi d’Europa, un preoccupante incremento delle violenze
al femminile.

Anche in Francia si è registrato un fenomeno analogo: nel
2008 ben 27 uomini sono morti sotto i colpi delle loro
mogli, cioè 1 ogni 15 giorni e, secondo i dati dell’OND
(Osservatorio Nazionale transalpino della Delinquenza),
circa 110 mila sono stati gli uomini vittime di violenze
coniugali.

In Inghilterra invece la violenza domestica contro gli
uomini è aumentata del 167 % negli ultimi 10 anni.    

Anche per il reato di stalking il 25% delle vittime è di
sesso maschile ma si ritiene che vi sia un altrettanta
percentuale di episodi di persecuzioni moleste tollerate o
non denunciate dagli uomini per ragioni culturali o di
‘machismo’.

Tali dati, ovviamente, non sminuiscono l’enorme numero di
violenze perpetrate nei confronti delle donne, ma offrono
tuttavia un quadro più completo ed imparziale del fenomeno
delle violenze intrafamiliari. 

Tali efferati crimini, consumatisi in una percentuale
statisticamente rilevante anche attraverso l’intervento di
complici della donna-mandante, fanno comprendere che nelle
famiglie italiane si sta consumando devastante corto
circuito nei rapporti tra coniugi e tra genitori e figli da
cui scaturiscono autentiche tragedie.

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